Intervista ad Andrea Tidona
In un pomeriggio di marzo, innanzi ad un tazza di cioccolata calda modicana, ho incontrato Andrea Tidona. Lo stimato attore modicano è giunto nella sua città natale per assistere alla processione della Madonna Vasa Vasa e per trascorrere nella sua Modica qualche giorno di vacanza.Andato a Milano agli inizi degli anni Settanta Andrea Tidona ha iniziato la sua carriera artistica che lo vede oggi attore di teatro, di cinema, di televisione, oltre alla partecipazione a musical e monologhi.Attento nella recitazione, sensibile nella ricerca interiore dei personaggi che presenta al pubblico, coinvolgente nella interpretazione, Andrea Tidona sente la forza della semplicità che lo caratterizza.Di recente su Rai Uno col film “Il coraggio di Angela” ha accettato di rispondere a qualche domanda per Modica Info.
D: Andrea, quando e come ha sentito il demone del teatro?
R: Avevo 8 anni credo quando recitavo innanzi allo specchio della camera da letto dei miei genitori. Mio padre da piccolo mi portava al cinema a vedere i film che vedeva lui: western, mitologici ed altri di cui non capivo nulla. Io mi impaurivo innanzi a sparatorie, combattimenti, sfide, duelli, spade, sangue. Mio padre mi diceva di non aver paura perché “sono attori, non sono veri” ed io guardavo le scene con la certezza che prima o poi avrei dovuto scoprire il trucco, avrei dovuto accorgermi che non si trattava di un re vero o di un vero cow-boy, bensì di uno che faceva finta. Invece questo non accadeva mai. Così ho provato a mettermi innanzi allo specchio di casa e a provare a fare quello che facevano gli attori del cinema. Crescendo c’è stata la possibilità con alcuni qui a Modica, con Giorgio Sparacino, di fare delle commedie. Così ho cominciato veramente a recitare, a stare sul palcoscenico, sempre a livello di divertimento. In tal modo la mia passione per il teatro aumentava sempre di più, ma non avrei mai pensato di fare l’attore di professione.Dopo il diploma andai a Milano, ma mi dispiaceva il fatto che non avrei mai più recitato perché lasciavo gli amici qui a Modica. Lì però l’università non mi piaceva, l’idea di chiudermi in un ufficio non mi andava. Così chiesi a me stesso cosa volevo fare davvero e mi risposi che mi sarebbe piaciuto fare l’attore.In quegli anni scegliere di fare l’attore era difficile e in più c’era il timore di parlarne a mio padre.Poi sono stato ammesso all’Accademia e allora ho iniziato la carriera teatrale.
D: Attore di teatro, cinema, televisione: quale sente più vicina?
R: Credo sia una questione di periodi storici. In questo periodo mi piacerebbe fare bene il cinema anche se la televisione è anch’essa cinema, entrambi sono cinema. Il problema è che il cinema presenta un’organizzazione diversa, tempi più comodi, possibilità maggiore di entrare in fondo al personaggio rispetto che sul piccolo schermo. Spesso sono i registi stessi della tv a dire di mantenersi sulla superficialità. Io sono stato fortunato perché ho interpretato in film come “Paolo Borsellino”, “Il coraggio di Angela”, “Il capo dei capi” dove c’è pregnanza, ci si riferisce a fatti storici e lì non si può bleffare. Guarda caso i registi di tali film hanno fatto anche cinema.Il primo amore però non si scorda mai: il teatro, perché la gioia di recitare davanti ad un pubblico è unica. È il pubblico che ti dà energia, mentre la macchina da presa no, anzi, prosciuga la tua energia. Purtroppo oggi il teatro è molto mal ridotto rispetto a quando ho cominciato io. >>>
Autore: Angela Allegria